Il processo di cristallizzazione del marmo

Il marmo è uno dei materiali più eleganti per arredare la tua casa, e anche se a prima vista non sembrerebbe, è molto delicato: infatti, la sua natura calcarea e porosa necessita di una manutenzione ad hoc. Il processo di cristallizzazione ti permette di prenderti cura di questo materiale a costi contenuti, ritrovare la sua lucentezza, e allo stesso tempo dargli maggiore durezza.

In cosa consiste la cristallizzazione del marmo?

La cristallizzazione del marmo è una tecnica professionale per ridargli un aspetto brillante e conferirgli maggiore durevolezza. È un processo che unisce una reazione chimica all’azione meccanica, perché possa durare il maggior tempo possibile. Si tratta di raschiare via uno strato sottilissimo del marmo, di spessore impercettibile, per ritrovare l’originale lucentezza. Si può considerare una vera e propria “consumazione controllata”.

Si parte con una pulizia profonda del marmo attraverso macchinari specifici, che permettono di eliminare ogni traccia di impurità, in modo che non vadano ad intaccare le sostanze che verranno utilizzate nella fase successiva. Questo momento è di particolare importanza, perché la porosità naturale del marmo tende ad assorbire le microplastiche presenti nell’ambiente e nei detergenti, e soprattutto accumula la cera, se utilizzata precedentemente per dare brillantezza.

Dopo la pulizia profonda, si passa alla cristallizzazione vera e propria. Viene steso un prodotto cristallizzante a base di acido ossalico, e lavorato con una monospazzola con disco di lana in acciaio. Il calore generato dalla frizione del macchinario sul marmo, insieme all’acido precedentemente versato, genera una reazione chimica insieme al carbonato di calcio presente nel marmo, ovvero il calcare, di cui il marmo è ricco. In questo modo lo strato superiore viene delicatamente abraso, e si viene a creare una patina salina, che è proprio quella che dona lucidità e durezza. Alla fine, il tutto viene perfezionato da una spazzola più morbida, e nei punti meno raggiungibili, come gli angoli e in prossimità dei mobili fissi, si procede manualmente.

Quando ricorrere alla cristallizzazione del marmo

La cristallizzazione del marmo è possibile solo se vengono rispettate alcune condizioni fondamentali. Infatti, la superficie deve essere perfettamente integra e liscia, dunque priva di abrasioni, buche o lesioni di qualsiasi entità. Inoltre, prima di innescare la reazione chimica, è necessario aspettare che il marmo si sia asciugato: non deve rimanere nessun residuo di acqua.

La cristallizzazione può essere eseguita su tutti i materiali che abbiano origine calcarea, come marmo, graniglia, palladiana, travertino. Su altre superfici, per esempio quelle di granito, la cristallizzazione non è possibile, perché non c’è sufficiente carbonato di calcio perché l’acido ossalico possa reagire.

Infine, la cristallizzazione non può essere utilizzata per togliere scalfitture o piccoli gradini, perché toglie solo uno strato molto sottile, e dunque non può essere considerato come una tecnica di ripristino di fondo. Tuttavia, è perfetto per superfici dove si è consumata solo una parte per ridare loro una lucentezza omogenea, come ad esempio il passaggio centrale di un corridoio o di una stanza.

Cristallizzazione, levigatura e lucidatura: le differenze

Cristallizzazione, levigatura e lucidatura sono tutti processi di manutenzione per il marmo, ma sfruttano tecniche differenti tra loro, generando anche effetti diversi. La cristallizzazione, come abbiamo visto, è un processo chimico che toglie uno strato sottile di marmo e ricostruisce una patina salina di maggiore durezza del marmo stesso. Questa tecnica però dura dai 3 ai 5 anni, più lunga della cera ma più breve della levigatura e della lucidatura. Tra tutte le tecniche però, considerando anche la durata, risulta quella più economicamente vantaggiosa.

La levigatura invece è un processo più profondo che solitamente viene accoppiato alla lucidatura, e parte dal lavaggio, passando per la stuccatura delle crepe e dei danni del marmo, per poi livellare la superficie. Solo dopo aver sistemato i dislivelli tra le lastre, si passa alla lucidatura, con acqua e spazzole in diamante sintetico. Senza dubbio questo è un sistema più radicale, che viene utilizzato per restaurare superfici danneggiate.